Il margine operativo netto, MON, è il risultato della sottrazione degli accantonamenti e degli ammortamenti dal MOL o margine operativo lordo. In alternativa, viene anche definito risultato operativo della gestione caratteristica. Spesso lo vediamo anche utilizzato con l’acronimo inglese Ebit, che sta per Utile prima del pagamento degli interessi e delle tasse. Quale che sia l’espressione utilizzata, il MON sintetizza il risultato della gestione caratteristica, ovvero ciò che resta all’impresa, dopo avere sostenuto i costi legati al processo produttivo, al netto degli ammortamenti.
Il MON è importante per il mondo delle imprese perché ci segnala quale risulta essere il risultato ottenuto dall’azienda legato alla gestione tipica, senza tenere conto delle componenti straordinarie e magari frutto di operazioni finanziarie. La differenza tra utile netto e Ebit o MON la si coglie nel seguente ragionamento. Immaginiamo che una società chiuda uno o più esercizi consecutivi con un risultato netto positivo, sul quale incida una buona gestione finanziaria degli asset o operazioni straordinarie, come la cessione di immobili. Ebbene, non è detto che la società abbia i conti in effettivo stato positivo, perché il risultato finale è frutto anche di componenti, che nulla hanno a che vedere con l’attività tipica. In altri termini, potrebbe accadere che a fronte di un utile netto positivo, il risultato operativo caratteristico sia negativo, ovvero che la società produca effettivamente in perdita, salvo riuscire a chiudere il bilancio in attivo, grazie ad altre operazioni di natura finanziaria o straordinaria. Per quanto l’esito finale sia lo stesso, un MON negativo segnala all’azienda una produzione in perdita, per quanto l’utile possa essere ugualmente conseguito con altre attività. Tuttavia, una situazione del genere non sarebbe sostenibile nel lungo periodo, perché implicherebbe che l’attività caratteristica non solo non sarebbe in grado di coprire i costi, ma brucerebbe risorse. A questo punto, tanto varrebbe che la società mutasse il suo scopo, tramutandosi in un ente finanziario o immobiliare, essendo in questi campi probabilmente a riuscire a maturare un risultato positivo.
Il MON può essere preso a riferimento per stimare, quindi, il valore di una società, specie per i casi di scalata o per verificare se il prezzo delle azioni sia sopra o sottovalutato. In sostanza, si rapporta il valore di capitalizzazione in borsa della società con l’Ebit di un dato periodo, ottenendosi così un multiplo. Questo viene comparato con il multiplo di altre società operanti nello stesso settore, al fine di notare se le azioni siano sottostimate o, viceversa, sovrastimate.
Immaginiamo che una società produca scarpe e che al contempo gestisca la liquidità, investendola sui mercati finanziari e puntandola anche sul comparto immobiliare. Poniamo che l’Ebit sia negativo, ovvero che il valore della produzione risulti più basso dei costi, mentre grazie alle attività accessorie, si riesca a ottenere un utile netto positivo. Questo poco ci direbbe sulla reale struttura del reddito societario, cioè su come sia stato maturato, per cui limitandoci adì osservare solo l’ultima riga del conto economico, potremmo arrivare a deduzioni errate sulla solidità finanziaria della società.
Al contrario, se la gestione caratteristica esitasse un risultato positivo, ma più che compensato dal segno meno della gestione accessoria, avremmo un utile netto negativo, che sarebbe, però, sbagliato interpretare come il frutto di una cattiva condizione della società, perché bisognerebbe semmai aggiustare i conti sul fronte finanziario e delle operazioni straordinarie, che hanno inciso in maniera avversa sul risultato finale.
Per intenderci, il MON non è altro che il risultato che abbiamo in mente, quando pensiamo al reddito potenzialmente ottenibile dalla produzione di un bene o dall’erogazione di un servizio, al netto dei costi legati a tale attività. L’attività produttiva è, poi, più complessa e coinvolge anche altre funziioni aziendali, oltre a quella direttamente legata al business core. In ogni caso, va sempre tenuto d’occhio il margine operativo, barometro della capacità di un’azienda di generare reddito dalla sua attività caratteristica. Spesso, un indicatore utilizzatore è il rapporto tra Ebit o MON e fatturato. Se scopriamo che da un periodo a un altro, esso aumenti o diminuisca, significa che l’incidenza dell’attività tipica sui ricavi stia crescendo o calando, per cui questi sarebbero sempre più o sempre meno legati al core business.
Un rapporto tra Ebit e fatturato molto basso ci segnalerebbe che i ricavi della società derivano per lo più da altre fonti, come la gestione finanziaria e altre componenti accessorie e straordinarie. Una veloce risalita da un periodo al successivo potrebbe essere la conseguenza del venire meno proprio di quelle componenti accidentali, che avevano inciso profondamente sulla generazione di fatturato. Anche questo rapporto andrebbe monitorato con costanza, al fine di avere un’idea su quale peso abbia sul risultato lordo complessivo l’attività caratteristica. Meglio sarebbe confrontare tale rapporto con quello vigente per società operanti nello stesso settore, in modo che ci si possa rendere conto se siamo in presenza di anomalie o meno.