Le Imprese sono entità profit , soggetti economici a fini di lucro e quindi il loro dovere è produrre profitti. Un’azienda che macina utili è un’azienda correttamente organizzata e diretta e, soprattutto, è un’azienda che è in grado di pagare il denaro che richiede in prestito. Perchè il denaro è un costo, e se un’azienda non produce utili, non può sopportare ulteriori costi.
Il concetto successivo è l’adeguatezza del reddito, vale a dire una corretta proporzione tra capitale investito e reddito che se ne trae. Anche qui il concetto rasenta l’ovvietà, infatti se abbiamo investito dieci milioni di euro in un’azienda che rende diecimila euro all’anno, forse sarebbe meglio che la stessa cifra la investissimo in buoni del tesoro che rendono molto di più. Adeguatezza del reddito significa che un reddito insufficiente è indice di cattiva organizzazione aziendale, di insufficiente e scoordinato impiego dei fattori di produzione.
Ciò che infatti sfugge alla maggior parte delle Imprese, è che la loro politica di bilancio e di reddito ha degli effetti assoluti (non pagare tasse, non potere avere ulteriori finanziamenti) e anche un significato deduttivo di cattiva organizzazione dell’impresa, insufficiente redditività del lavoro, deficitaria organizzazione funzionale dei vari fattori produttivi.
Il reddito è un concetto molto aleatorio, dato che esistono diversi modi di rappresentarlo, a seconda di ciò che si vuole includere o escludere. Partiamo dal margine lordo, che rappresenta il valore che si ottiene sottraendo alle vendite il costo del venduto. In questo caso è una grandezza economica, ma se lo si vuole sotto forma di indice si divide il margine lordo per le vendite nette (fatturato meno i resi e la percentuale di svalutazione crediti). Esempio la società Xyz ha vendite 100.000 e costo del venduto 65.000, quindi il suo margine lordo è 35.000; espresso come indice dovremmo rapportare il margine lordo 35.000 diviso per le vendite 100.000 ed otterremo 0,35 (o 35%); ciò significa che la Xyz ha un margine lordo sulle vendite del 35%.
Parliamo di reddito operativo quando, dalle vendite, oltre che il costo del venduto, sottraiamo tutti i costi sostenuti per spese generali, di amministrazione, commerciali e così via. In pratica è la differenza tra il margine lordo e le spese generali di amministrazione e vendita. Riprendendo l’esempio precedente, la Xyz ha vendite per 100.000, costo del venduto per 65.000 e spese generali per 20.000, perciò il suo reddito operativo è 15.000. Espresso come indice dovremmo rapportare il reddito operativo 15.000 diviso per le vendite 100.000 ed otterremo 0,15 (o 15%); ciò significa che la Xyz ha un reddito operativo sulle vendite del 15%. Il reddito operativo è un ottimo indice di redditività aziendale ed il suo andamento nel tempo incide direttamente sull’andamento del rating bancario in modo diretto e proporzionale.
La terza grandezza di reddito è il reddito ante imposte, che è ottenuto deducendo dai ricavi i costi di gestione, sia operativi che non operativi, prima di procedere alla determinazione delle imposte. Per calcolarlo si somma al reddito operativo i ricavi diversi (per esempio sconti commerciali, plusvalenza di vendita, interessi attivi) e si sottraggono i costi diversi (per esempio gli interessi passivi, le minusvalenza). Ciò che si ottiene è il reddito su cui verranno calcolate le imposte, in pratica una sorta di reddito fiscale. Proseguendo nel nostro esempio sulla società Xyz, dal suo reddito operativo di 15.000 dobbiamo sommare 5.000 di ricavi diversi e sottrarre 12.000 di costi diversi (tutti interessi) ottenendo il risultato 8.000 che è il reddito ante imposte. A livello di indice rapportiamo il reddito ante imposte (8.000) alle vendite (100.000) ed otteniamo un 8%.
L’ultima grandezza è il reddito netto. Esso è ciò che rimane dopo aver sommato tutti i ricavi di natura non operativa alle vendite e dopo aver sottratto da queste tutti i costi e le imposte. Riprendendo sempre l’esempio, al risultato ante imposte della Xyz di 8.000 applichiamo 3.500 di imposte ed otteniamo un reddito netto di 4.500. A livello di indice rapportiamo il reddito netto (4.500) alle vendite (100.000) ed otteniamo un 4,5%.
Riassumiamo gli indici ottenuti dall’esempio
margine lordo 35%
reddito operativo 15%
reddito ante imposte 8%
reddito netto 4,5%
Paiono numeri quasi inutili, invece comunicano un mucchio di informazioni alla banca che deve valutare l’andamento del rating della Xyz. Anzitutto, confrontando i bilanci di vari anni, si può controllare come si muovono gli indici nel tempo, verificando che l’azienda è in espansione, oppure stazionaria oppure in contrazione. Secondo, il movimento degli indici rivela interventi riorganizzativi operati nell’azienda o peggioramenti organizzativi. Infatti se, a parità di margine lordo, diminuisce il reddito operativo significa che abbiamo aumentato le spese generali o se il reddito aumenta, abbiamo ridotto le spese generali. Se cambia il reddito ante-imposte ci spiega come hanno inciso interessi passivi o eventuali plusvalenze. Non dimentichiamo mai che le plusvalenze sono accadimenti (negativi o positivi) straordinari nel bilancio, quindi la banca tende ad escluderli dal calcolo.
Può essere inoltre utile ai fini aziendali tenere monitorato l’indice di copertura degli interessi passivi, vale a dire il rapporto diretto tra il reddito operativo e gli interessi passivi. Detto indice, infatti, mostra come la redditività aziendale sia in grado (o non lo sia) di far fronte agli interessi passivi ed è evidente che un peggioramento dell’indice (che dovrebbe essere sempre superiore a 1) indica una diminuzione della capacità di far fronte ai propri impegni. Nel nostro esempio, avevamo un reddito operativo di 15.000 e interessi passivi per 12.000, quindi l’indice è 1,25, molto basso che indicherebbe che abbiamo un limitatissimo margine di manovra non potendo avere un ulteriore esborso di interessi.
Abbiamo citato solo alcuni indici di bilancio, mentre in realtà gli indici sono numerosissimi, come numerosissimi sono i termini di confronto e raffronto operabili sul bilancio. Importante è capire il concetto: non importa tanto quanto si guadagna, ma piuttosto come si guadagna e come si investe il proprio capitale od il capitale altrui.
Nella pratica, è chiaro come una piccola impresa sia in difficoltà palese a tener dietro agli indici di bilancio, ma la soluzione potrebbe essere farsi affiancare da un consulente che, periodicamente, in collaborazione con chi tiene la contabilità, riclassifica il bilancio e ne verifica gli indici, in maniera da poter intervenire immediatamente in caso di scostamenti peggiorativi e non solo dopo che questi scostamenti sono stati contestati dalla banca che rifiuta il finanziamento. Il corretto comportamento quindi è la prevenzione e non la correzione.