Il reddito operativo lordo, ROL, o risultato operativo lordo è la differenza tra i ricavi dell’impresa derivanti dallo svolgimento delle attività ordinarie o caratteristiche, con l’eccezione degli interessi attivi, delle rivalutazioni e di altri proventi straordinari, e tutti i costi altrettanto legati alle attività ordinarie, fatta eccezione per le quote di ammortamento e dei canoni di leasing, che non sono computabili.
In inglese, l’espressione è riassunta dal termine Ebit, che è un acronimo per Earning before interest and taxes, letteralmente traducibile come utile prima degli interessi e delle tasse. In lingua italiana si fa parecchia confusione con un’espressione molto simile, ovvero il margine operativo lordo, che corrisponde, però, all’inglese Ebitda, ovvero questo rappresenta l’utile prima degli interessi, le tasse e gli ammortamenti.
Vediamo quale risulta essere il significato del ROL. Esso sintetizza il reddito generato dal core business di un’impresa, in modo da riuscire a comprendere quali elementi abbiano determinato l’utile finale. Facciamo un esempio, un’impresa registra nell’anno X un utile pari a 100, ma allo stesso tempo presenta un ROL negativo. Evidentemente, il risultato complessivo è determinato da proventi di natura finanziaria, straordinari, mentre sarebbe in perdita, se ci limitassimo al solo esito della gestione caratteristica. Se si tratta di un’impresa attiva nella costruzione di mattonelle, per esempio, il ROL è proprio il reddito determinato dalla differenza tra i ricavi e i costi inerenti questo business, mentre non include componenti legati alla gestione finanziaria o accidentali o ancora straordinari,.
In altri termini, possiamo anche affermare che il ROL esprime lo stato di un’attività, indipendentemente dal risultato finale, su cui incidono altri fattori, non sempre legati al core business. In teoria, sarebbe più positiva un’azienda con un ROL positivo e un risultato finale negativo, rispetto all’esempio sopra esposto di un’azienda con ROL negativo e risultato finale positivo. Questo, perché nel primo caso si ha un’attività in grado di maturare utili con la gestione dell’attività principale, ma che evidentemente risente in negativo dell’attività finanziaria o di altri componenti straordinari del reddito, magari per operazioni effettuate una tantum o a causa di un indebitamento relativamente elevato.
Nel caso di un’azienda con i bilanci in attivo, ma con un ROL negativo o basso, non potrebbe dirsi la stessa cosa, perché essa non segnala di essere in grado di produrre risultati con l’attività principale. Tornando al caso sopra esposto, se il ROL risultasse sempre negativo, a fronte di un utile di bilancio, avrebbe poco senso continuare a produrre mattonelle, visto che l’azienda di fatto guadagna con altro, ad esempio, con operazioni di tipo finanziario.
Da un punto di vista fiscale sono state introdotte novità legislative negli anni recenti, in relazione al trattamento degli interessi passivi. Ai fini IRES, l’art.96 del TUIR fissa le regole per la loro deducibilità nelle società di capitali, ad eccezione delle banche, imprese di assicurazione, società consortili, di progetto, per la realizzazione di interporti e quelle il cui capitale sia detenuto in prevalenza da enti pubblici.
L’articolo stabilisce che gli interessi passivi e gli oneri assimilati, se diversi da quelli compresi nel costo dei beni dell’art.110, sono deducibili in ciascun periodo d’imposta al 100% per la parte relativa alla copertura degli interessi attivi, nel limite del 30% del Reddito Operativo Lordo per la parte eccedente.
Per la parte eccedente gli interessi attivi e il 30% del ROL, la deducibilità è consentita senza limiti di tempo negli esercizi successivi. In altri termini, gli interessi passivi non deducibili per un dato esercizio, avendo superato i limiti fiscalmente ammissibili, possono essere dedotti nell’esercizio successivo, nel quale si sommeranno agli eventuali ulteriori interessi passivi generati nel periodo, contribuendo così alla nuova base di calcolo.
A partire dal 2010, poi, nel caso in cui gli interessi passivi risultino nell’esercizio superiori agli interessi attivi, per la quota eccedente, ma inferiore al 30% del ROL, la quota di quest’ultima non utilizzata potrà essere riportata a nuovo per innalzare il limite di deducibilità degli interessi passivi nell’esercizio successivo. Lo stesso dicasi per la quota degli interessi attivi superiore a quella dei passivi.
L’importanza del ROL è tale che questo indicatore viene spesso utilizzato in borsa, ma anche al di fuori di essa, per stimare il valore di una società, applicando il criterio dei multipli, in base al settore di attività. Lo stesso accade con maggiore frequenza per l’Ebitda. In sostanza, si prende l’Ebit o l’Ebitda dell’ultimo esercizio o quello medio degli ultimi esercizi della società e si moltiplica tale valore per un numero, che è pari al multiplo medio dell’Ebitd riscontrato presso le altre società operanti nel medesimo settore di attività.
Una misura per valutare la redditività di un’azienda è il rapporto tra Ebit Ebitda e il fatturato complessivo. Se esso sale, implica che l’incidenza del reddito operativo lordo tende a aumentare nella produzione di ricavi.