Il valore attuale netto, VAN, è un metodo, che consiste nello scontare una serie di flussi di cassa attesi, sommandoli contabilmente e attualizzandoli, sulla base di un certo tasso di rendimento o costo opportunità dei mezzi propri.
In sostanza, il VAN tiene conto delle mancate entrate derivanti da un impiego alternativo delle risorse. Esso presuppone un mercato perfetto, nel quale l’investitore abbia libero accesso, in modo che sia possibile calcolare il costo opportunità del capitale.
Per capire come si arrivi alla formula fondamentale per il calcolare del VAN, vi presentiamo un semplice esempio e lo commentiamo passo dopo passo. Immaginiamo che un fondo ci spieghi, che tra 10 anni potremmo avere a disposizione un capitale di 100.000 euro, effettuando oggi un versamento unico. Per capire se il versamento richiesto sia effettivamente in grado di remunerare l’investimento, ovvero per evitare che ci venga assicurata al termine di questo un ammontare insufficiente di risorse, dobbiamo per prima cosa chiederci quale possa essere oggi il valore di 100.000 euro, che ci saranno erogati solamente tra 10 anni.
Per fare questo, dobbiamo compiere un ragionamento opposto a quello, in base al quale vogliamo conoscere il valore di 100.000 euro investiti oggi al tasso X tra 10 anni. Infatti, in questo caso avremmo: K = 100.000 x (1 + i) 10, dove i è il tasso d’interesse annuo impiegato.
Nel caso del VAN, dicevamo, dovremmo compiere il ragionamento opposto, in quanto conosciamo il valore che otterremo tra X anni, mentre non sappiamo quale sia quello odierno. Dunque, l’equazione da trovare risulterà ribaltata, 100.000 = K x (1 + i)10, da cui si ricava che K = 100.000 / (1 + i)10.
Ipotizziamo, che il tasso di interesse utilizzato per attualizzare i 100.000 euro sia pari al 3%. Troveremmo che K = 100.000 / (1,03)10, per cui K = 74.410 euro. In sostanza, i 100.000 euro promessici dal fondo tra 10 anni equivarrebbero a circa 74.410 euro di oggi. Ne consegue, che se il fondo ci chiedesse oggi di depositare più di questa cifra trovata, l’investimento non sarebbe conveniente, mentre se ci chiedesse un versamento inferiore, potrebbe risultare opportuno.
Quando si calcola il VAN, l’aspetto più complicato consiste proprio nel trovare il tasso di attualizzazione. Abbiamo detto, che esso dovrebbe equivalere al costo opportunità, ovvero al rendimento che otterremmo oggi dall’impiego di risorse in un investimento alternativo.
Supponiamo di volere investire, come dicevamo, in un fondo. Vediamo quale sarebbe l’alternativa d’impiego, che recherebbe anche il tasso al quale effettuare lo sconto. Potremmo ritenere che esso sia l’investimento in titoli di stato, ovvero un impiego alternativo sicuro, anche se tipicamente poco remunerativo. Se trovassimo, per esempio, che i titoli di stato a 10 anni rendessero oggi l’1,5%, dovremmo scontare per questo tasso.
Come possiamo comprendere, l’utilizzo di un tasso piuttosto che di un altro potrebbe portare a conseguenze molto diverse sul piano decisionale. Attualizzando con un i elevato, otterremmo un VAN relativamente basso, mentre se utilizziamo per l’operazione di valutazione un i basso, il VAN trovato sarebbe più alto. Nessuno effettivamente sarà mai in grado di avere la certezza che il tasso impiegato per il calcolo sia quello corretto.
Un altro aspetto da tenere in considerazione è la valutazione dei flussi di cassa. Nell’esempio precedente, per ragioni di esemplificazione abbiamo considerato il caso di un unico flusso di reddito tra X anni. Tuttavia, nella quasi totalità degli investimenti, tra il tempo t0 e il tempo t1 vi sono diverse entrate, al netto dei costi, che vanno tenute in considerazione per il calcolo del VAN, dovendo attualizzare ciascuna di esse al tasso i e relativamente al periodo atteso in cui si materializzeranno.
L’ipotesi forte di questa operazione è che dall’inizio alla fine dell’investimento, i flussi di cassa generati siano tutti impiegati sempre allo stesso tasso, cosa non necessariamente vera.
Tornando al ragionamento sul significato del VAN, possiamo riassumere quanto segue, attualizzare il valore di un investimento ci aiuta a comprendere se il reddito che otterremmo in un dato futuro, calcolato al suo valore attuale, risulti superiore al reddito che matureremmo nel caso in cui non effettuassimo tale investimento, ovvero ne sostenessimo uno alternativo. Nel caso di risposta positiva, il VAN trovato ci autorizzerebbe a propendere per l’investimento, altrimenti no.
Per evitare risultati distorti, dovremmo valutare molto bene il tasso da impiegare per il calcolo, considerando caso per caso. Ad esempio, se dovessimo decidere se vendere un immobile per investire il ricavato ottenuto, potremmo dedurre che la comparazione dovrebbe avvenire tra il reddito atteso tra X anni e quello generato ogni anno, al netto dell’imposizione fiscale e dei costi ordinari e straordinari, dalla locazione dell’immobile stesso. Se scoprissimo, quindi, che il rendimento generato dall’investimento risulta inferiore al reddito maturato con la locazione, il costo opportunità sarebbe superiore, per cui sarebbe preferibile non avallare l’operazione ipotizzata.