Una banca non ha la libertà di erogare illimitate quantità di denaro. Risulta essere tenuta infatti a conservare una certa quantità di contanti o di attività facilmente liquidabili. Tale quota è denominata riserva frazionaria.
La riserva frazionaria è calcolata in percentuale rispetto ai depositi bancari, ed è composta da
-una riserva obbligatoria, è un accantonamento di depositi che la singola banca è tenuta a conservare; in tal modo la Banca centrale riesce a garantire che tutti gli istituti siano coperti rispetto alla loro esposizione debitoria in sede di Camera di Compensazione interbancaria. Se la quantità minima della riserva viene aumentata, si tratta di una particolare esigenza di politica monetaria, guidata da governi e banche centrali. Si ricordi che tale riserva è dunque un accantonamento contabile e finanziario, effettivamente versato nelle banche, che non può essere utilizzato come garanzia per i correntisti in caso di credit crunch o corsa agli sportelli.
-una riserva a garanzia dei conti correnti, è questo il fondo interbancario, un accantonamento contabile, tenuto a garanzia dei correntisti.
–Riserva legale e statuaria, questa riserva rappresenta la quantità di depositi che la banca singola decide autonomamente di accantonare, entro un limite stabilito dalla legge.
La riserva delle banche risponde ad una esigenza sentita anche nel passato; i gioiellieri di un tempo capirono subito che di tutto l’oro ricevuto essi potevano conservare in cassaforte solo una esigua parte: erano più numerosi i nuovi depositi di metallo, piuttosto che i prelievi d’oro. Allora decisero di conservare una riserva d’oro, ma di utilizzare in attività redditizie la restante quantità.
Ecco allora che anche oggi viene avvertita tale esigenza di garantire un minimo livello di liquidità. E’ importante ricordare di come siano il governo e le banche centrali ad imporre i limiti della riserva frazionaria, per poter contenere lo stock di debito del sistema o al contrario per incentivare una politica monetaria di espansione. Una precisazione merita la riserva obbligatoria, che la legge ha stabilito essere il 2%, da versare presso la Banca d’Italia. Anche questa è ovviamente gestita da banche centrali o governi, al contrario della riserva libera che, come visto, è determinata dalla singola banca, per motivi di cautela.
Vediamo che cosa accade all’interno del sistema bancario quando si effettua un nuovo deposito. Bisogna ricordare che si sta parlando di sistema bancario e dunque non si analizzano le attività proprie di una singola banca, ma il loro complesso. Dopo un nuovo deposito, è possibile concedere un prestito aggiuntivo, che sarà pari alla somma del deposito, decurtato di ogni forma di riserva. La persona che ha ottenuto il prestito, prima o poi, si inserirà nuovamente all’interno del sistema bancario, depositando presso un’altra banca. Questa si comporterà come il primo istituto di credito,e si instaurerà una catena che durerà fino all’assenza di nuovi depositi e prestiti. Ogni nuovo deposito genererà un nuovo prestito, che potrà divenire un ulteriore deposito e così via. Ovviamente va tenuta in considerazione la riserva, ovvero quella parte di denaro che esce da questa catena, risulta evidente che ogni prestito successivo risulterà quindi inferiore al precedente, così come accade per ogni deposito.
Analizzando la totalità dei prestiti che vengono concessi, a fronte di un nuovo deposito, e considerando tutti i depositi conseguenti, noteremo che le due quantità, la totalità di prestiti e di depositi, sono multipli del deposito iniziale. Sarà il solo deposito iniziale dunque a garantire, in termini di liquidità, la somma totale dei depositi. Risulta essere questo il meccanismo del moltiplicatore monetario, un meccanismo che agisce, è bene ricordarlo, a livello di sistema bancario e non di singola banca. E’ d’obbligo comunque ricordare che è possibile depositare il prestito sulla medesima banca che ha provveduto alla sua erogazione.
Cerchiamo di capire meglio: un sistema bancario, considerata la riserva al 2%, può arrivare a prestare 50 volte tanto, e di conseguenza vedere il numero dei suoi depositi aumentare.
Isolata dal sistema bancario, una banca singola non potrebbe mai arrivare a prestare una quantità 50 volte superiore a quella raccolta. Vediamo perché. Tale banca eroga il prestito, che il cliente poi deposita in altre sedi. L’istituto di credito considerato contrarrà debiti nei confronti degli altri, debito che dovrebbe essere saldato attingendo alla moneta depositata alla Banca Centrale. In sintesi, a fronte di un deposito che vale 100, una banca singola non potrebbe prestare fino a 50 volte tanto (5000), perché sarebbe questa la cifra da versare alle altre banche, partendo da una somma ricevuta pari a 100. Ecco dunque svelarsi il vantaggio di essere all’interno di un sistema bancario. I clienti delle altre banche infatti potrebbero tranquillamente effettuare pagamenti a clienti della banca che ha erogato il prestito. Si instaura quindi una sorta di bilanciamento che regge l’intero sistema. In Camera di Compensazione vengono saldati debiti e crediti, attingendo se necessario ai depositi disponibili.
Bisogna precisare che in Europa non è prevista riserva frazionaria in determinate circostanze, per i depositi con durata superiore a due anni, per depositi per cui è previsto un rimborso con preavviso superiore a due anni, pronti contro termine, ed infine in titoli di debito emessi con durata superiore a due anni. Per le altre situazioni è invece obbligatorio che le banche possiedano una contropartita in contante di ogni passività per un valore compreso tra lo 0 e il 2%, come stabilito dall’articolo 4 del regolamento 1745/2003 della BCE. Nel 1988 la Bank of International Settlements (BIS) ha approvato il regolamento di Basilea 1 per il quale la riserva frazionaria è pari al 2%.
Una banca che non ha più riserve sufficienti deve necessariamente reintegrarle e può fare questo in diversi modi, o ritirando dei prestiti, oppure rallentando l’emissione di quelli nuovi. Risulta essere infatti importantissimo per l’attività della banca stessa possedere dei contanti liquidi per i prelievi dei correntisti. Si ricordi comunque che annualmente è prevista un’immissione di nuove banconote, a seconda di alcuni parametri, tra i quali spicca la crescita economica dei singoli stati.
La politica monetaria viene trasmessa principalmente dalla Banca Centrale alle altre banche tramite la riserva frazionaria, che risulta essere dunque il principale strumento di trasmissione. Essa viene aggiornata in alcuni periodi, in seguito alla valutazione del capitale prestato. Si può porre la garanzia dopo aver effettuato la Stanza di Compensazione con le altre banche appartenenti al sistema.
Tramite i meccanismi del prestito, del deposito e della riserva frazionaria, che è dunque un moltiplicatore, la banca è in grado di espandere il credito, di aumentare la circolazione del denaro, in quantità superiore rispetto ai depositi che ha. Questa maggiore circolazione consente ed agevola l’utilizzo della moneta per finanziare gli investimenti, ma non sono presenti solamente aspetti positivi. Una delle critiche più diffuse, in relazione a questo sistema, verte sullo squilibrio che si genera tra circolazione monetaria e ricchezza reale, con conseguente inflazione e diminuzione della domanda. Gli economisti di scuola marxista precisano inoltre che questo sistema sicuramente espande il credito ed agevola economie capitalistiche, ma nel contempo è destinato a condurre verso crisi di sovrapproduzione, o comunque verso crisi economiche in cui sarà impossibile per le imprese coprire i loro debiti.
Anche la scuola monetaristica austriaca , e in particolare Von Mises, ha analizzato tale sistema, sottolineando come l’aumento dei prezzi sia causato da un aumento di moneta circolante, non accompagnato da una corrispondente crescita reale della ricchezza. Ad un valore di moneta circolante corrisponde infatti solo una piccola parte di beni esistenti, tangibili, mentre per il resto esso è ricollegabile solo ad altro debito. Si pensi ad esempio al credito al consumo: per concedere la carta di debito, la banca non richiede alcuna garanzia materiale e reale.