In economia aziendale, si definiscono insussistenze le componenti straordinarie di reddito, ovvero che si verificano in maniera occasionale e non si manifestano con ricorrenza. Esse possono essere attive o passive. Nel primo caso, si deve registrare una componente positiva del reddito nel conto economico, mentre nel secondo caso bisogna provvedere a segnare nel conto economico una componente con effetti negativi sul reddito.
Un tipico esempio di insussistenza attiva si ha quando ci è stato condonato, in tutto o in parte, un debito pregresso, ovvero acceso negli esercizi precedenti. A fronte della cancellazione di tale componente negativa dello stato patrimoniale, dobbiamo registrare una variazione positiva del reddito nel conto economico, pari all’entità del condono. Lo stesso dicasi nel caso in cui abbiamo incassato un credito che avevamo svalutato al fondo rischi, considerandolo inesigibile. In questo caso, abbiamo una variazione positiva sia nello stato patrimoniale che nel conto economico.
Di segno opposto le insussistenze passive. Qui, abbiamo una variazione negativa del reddito d’esercizio. Esempio, un credito diventa inesigibile. In questi casi, la movimentazione nel conto economico è negativa. Da aggiungere che le insussistenze, attive o passive che siano, spesso sono riconducibili anche ad errori contabili commessi negli esercizi precedenti. Per esempio, capita materialmente di avere registrato una fattura emessa per un importo pari a 100, mentre scopriamo l’importo era di 10. La differenza di 90 va considerata, dunque, un errore, che in questo caso origina un’insussistenza passive.
Vediamo quali sono le varie insussistenze possibili. La voce E-20 del Conto Economico prevede come proventi straordinari i seguenti
-Rimborsi assicurativi per ammanchi di beni di natura straordinaria, come disponibilità finanziarie, titoli, partecipazioni, beni in magazzino, cespiti.
-Indennizzi assicurativi per perdite o danneggiamento di beni in seguito ad eventi straordinari naturali.
-Liberalità in denaro o in natura diverse dai contributi in conto esercizio.
-Acquisizione a titolo definitivo di caparre, nel caso in cui queste abbiano carattere straordinario.
-Indennità per rottura di contratti da parte di terzi.
-Rettifiche di componenti di reddito relativi ad esercizi precedenti per omesse ed errate registrazioni.
-Rettifiche di componenti di reddito di precedenti esercizi per errori di rilevazione di fatti di gestione e per l’applicazione di principi contabili non corretti.
-Rettifiche di componenti di reddito per sconti finanziari, abbuoni, resi o premi relativi ad acquisti o vendite di esercizi precedenti.
-Contributo in conto capitale per le quote pregresse relative a esercizi precedenti.
-Proventi conseguenti a mutamenti dei principi contabili adottati.
Alla voce E-21 del Conto Economico, troviamo gli oneri straordinari
-Ammanchi di beni di natura straordinaria, come disponibilità finanziarie, titoli, partecipazioni, beni di magazzino e cespiti.
-Perdite o danneggiamenti di beni in seguito ad eventi naturali straordinari.
-Multe, ammende e penalità dovute a fatti estranei alla gestione, imprevedibili ed occasionali.
-Oneri derivanti da cause e controversie di natura straordinaria non riguardanti la normale gestione dell’impresa.
-Perdita a titolo definitivo di caparre, nel caso in cui esse abbiano natura straordinaria.
-Indennità per rottura di contratti da parte dell’impresa.
-Rettifiche di componenti di reddito relativi agli esercizi precedenti per omesse ed errate registrazioni contabili.
-Rettifiche di componenti di reddito di precedenti esercizi per errori di rilevazione di fatti di gestione e per l’applicazione di principi contabili errati.
-Rettifiche di componenti di reddito per sconti finanziari, abbuoni, resi o premi relativi ad acquisti o vendite realizzati negli esercizi precedenti.
-Oneri conseguenti a mutamenti dei principi contabili adottati.
-Imposte relative ad esercizi precedenti con relativi sanzioni e interessi derivanti dall’iscrizione a ruolo, avvisi di liquidazione, avvisi di accertamento e di rettifica, avvisi di pagamento, decisioni delle Commissioni Tributarie, concordati stipulati con l’Amministrazione finanziaria, domande di condono, conciliazioni giudiziali.
Come si può notare, nell’uno e nell’altro caso parliamo di fatti non ricorrenti, caratterizzati da natura straordinaria e che incidono episodicamente sul conto economico in positivo, voce E-20, o in negativo, voce E-21,. Così, se un ammanco di magazzino va registrato sicuramente come un’insussistenza passiva, il rimborso assicurativo va inquadrato, invece, come insussistenza attiva. Visto che i due eventi potrebbero verificarsi in due esercizi differenti, l’ammanco è avvenuto nel dicembre 2017 e l’assicurazione ha provveduto al rimborso nel febbraio 2018, avrò registrato prima un’insussistenza passiva e nell’esercizio seguente una insussistenza attiva.
Anche il mutamento dei principi contabili adottati potrebbe comportare una variazione del reddito in aumento o in riduzione. Si pensi ai criteri con i quali si valutano le rimanenze finali di magazzino. Passando dal metodo LIFO a FIFO, tanto per fare un esempio, potremmo assegnare un valore maggiore o minore a queste giacenze, con inevitabili ripercussioni contabili.