Quando cercate un finanziamento o quando vi viene offerto un prestito finalizzato all’acquisto di un bene o servizio, avete probabilmente fatto caso che compaiono sempre due tassi diversi. Uno si chiama TAN e l’altro TAEG. Il primo è un acronimo che sta per Tasso Annuo Nominale. Vediamo che cosa significa e perché risulta quasi sempre diverso dal TAEG.
Un finanziamento è la concessione di denaro da parte di un creditore, che nella generalità dei casi è una banca o una società finanziaria. Questo denaro viene erogato per un determinato periodo e restituito dal debitore non in un’unica soluzione, ma di solito in rate periodiche, a partire da una certa data prefissata. Il periodo di durata del rimborso prende il nome di ammortamento. Durante questo periodo, il debitore è tenuto a pagare al creditore un certo numero di rate a scadenze fisse, ciascuna delle quali è comprensiva sia di una quota di capitale, sia di una quota di interessi.
Gli interessi rappresentano per il creditore la remunerazione ottenuta per l’erogazione del prestito, ovvero per essersi privato di denaro per un determinato periodo di tempo. Al contrario, per il debitore sono un costo. Il TAN rappresenta proprio questo costo, valutato in ragione dell’anno. In pratica, esso è la percentuale che il debitore paga al creditore erogante sul prestito concesso e su base annua. In genere, le rate vengono pagate con periodicità inferiore all’anno. Ciò implica che già ogni mese, bimestre o trimestre, una parte del capitale prestato viene rimborsato, per cui gli interessi gravano su un finanziamento residuo da ammortizzare sempre più basso. Le prime rate con il cosiddetto ammortamento francese, rate costanti, sono caratterizzate da un livello elevato di interessi, visto che il loro calcolo viene effettuato su una base imponibile, capitale residuo, ancora molto alto, mentre le ultime rate sono caratterizzate da una bassa incidenza degli interessi e una quota di capitale rimborsato piuttosto alta.
Il TAN, dunque, rappresenta il costo che il debitore deve sostenere per ottenere il prestito, ma non è l’unico. Infatti, gli interessi non esauriscono le spese a carico del finanziamento, in quanto esistono altri costi ad esso connesso. Parliamo delle spese di istruttoria e di incasso rata. L’insieme di questi altri costi non è calcolato dal TAN, che per quanto abbiamo detto è rappresentativo dei soli interessi. Tuttavia, serve anche garantire al contraente la conoscenza esatta del livello dei costi da sostenere e della loro incidenza rispetto all’importo richiesto. Ecco, quindi, che il legislatore obbliga da anni qualsiasi istituzione finanziaria erogante un prestito a pubblicizzare chiaramente non solo il TAN, ma anche il TAEG o Tasso Annuo Effettivo Globale.
Il TAEG comprende, oltre agli interessi, anche tutti gli altri costi legati all’ottenimento del prestito, sempre in ragione annua ed espresso in termini percentuali rispetto all’importo finanziato. La conseguenza è che il TAEG risulterà sempre più alto del TAN, tranne in quei casi in cui il finanziatore decida di non caricare sul prestito anche gli altri costi diversi dagli interessi, magari a fini promozionali.
Visto che questi altri costi sono generalmente fissi, le spese di istruttoria sono le stesse, sia che il finanziamento richiesto sia di 1.000 euro, sia che esso ammonti a 50.000 euro, la loro incidenza sull’importo tende a diminuire. La conseguenza è, quindi, che la forbice tra TAN e TAEG tende ad essere più elevata per i piccoli prestiti, mentre tende ad annullarsi per i prestiti di elevato importo, visto che in quest’ultimo caso gli altri costi diversi dagli interessi vengono spalmati su un finanziamento molto alto.
Risolto il mistero della differenza tra TAN e TAEG, ci chiediamo se esistano e cosa significhino nella realtà i prestiti a tassi zero. Vi avvertiamo subito che si riferiscono di solito al TAN, non anche al TAEG, in quanto parliamo di finanziamenti, per i quali l’istituto erogante rinuncia per una qualche ragione a applicare gli interessi; in sostanza, non richiede alcuna remunerazione. Tuttavia, non può certamente prestare denaro in perdita, per cui dovrà quanto meno farsi rimborsare dal cliente le altre spese connesse al finanziamento. Non è escluso che a seguito di accordi tra società finanziaria e rivenditore di un bene o servizio, persino gli altri costi vengano risparmiati al cliente, per cui questi dovrà sostenere solo l’onere del rimborso del prestito erogato, senza alcun costo aggiuntivo. In questi casi vengono azzerati sia il TAN che il TAEG, mentre se così non fosse, a risultare pari a zero sarebbe solo il TAN, mentre il TAEG avrebbe valore positivo. Si consiglia, quindi, di aprire gli occhi nei casi in cui vi vengano proposti simili finanziamenti, avendo cura sia di guardare entrambi i tassi, sia anche di verificare se prima della promozione, il bene o servizio proposto in offerta avessero uguale prezzo.