L’indice di rotazione del magazzino è uno degli indicatori utilizzati dall’azienda per una gestione efficiente delle scorte. Esso esprime il numero delle volte per cui un dato articolo si rinnova nell’arco del periodo considerato, questo spesso coincidente con l’esercizio. Pertanto, un indice di rotazione pari a 5 significa che un dato articolo ha ruotato nell’arco dei dodici mesi per 5 volte nel magazzino, vale a dire che esso è stato acquistato e venduto altrettante volte. Il calcolo per trovare l’indice è piuttosto semplice, si prendono le vendite di un determinato periodo e le si suddivide per lo stock medio di magazzino del periodo.
Supponiamo che un’azienda voglia calcolare quante volte ha ruotato un articolo che dispone in magazzino nell’arco dell’esercizio. Deve, come prima cosa, procedere con la somma delle vendite mensili dello stesso articolo. Dopo, dovrà calcolare lo stock medio, che sarà pari alla somma delle rimanenze mensili, suddivisa per 12. Infine, rapportando i due valori si ottiene l’indice di rotazione.
Per esempio, le vendite di un caricabatterie per cellulari sono state complessivamente pari a 538 nell’anno. Al contempo, il magazzino registra i seguenti dati per le scorte nei dodici mesi, 15 – 28 – 32 – 16 – 19 – 27 -25 – 29 – 30 – 16 – 15 – 20. La somma di tali valori è pari a 272, che diviso per 12 da un dato medio pari a 22,7. Pertanto, l’indice di rotazione dei caricabatterie per cellulari risulta 538 / 22,7 = 23,7. Ciò significa che mediamente questo articolo è entrato e uscito dal magazzino per quasi 23 volte nell’anno.
Conoscendo tale indicatore, si potrà anche ottenere il tempo di giacenza media in magazzino di un articolo, che esprime per quanti giorni mediamente esso rimane invenduto. Il dato si ha suddividendo il numero dei giorni dell’anno per l’indice, ovvero 365 / i.r.m. Nel caso sopra citato, la giacenza media di un caricabatteria in magazzino è di 365 / 22,7 = 16 giorni.
Ora, per un’azienda è importante sapere con quale velocità i suoi articoli vengono venduti, dopo essere stati acquistati e depositati in magazzino in attesa di essere piazzati sul mercato. Il magazzino è fisicamente uno spazio limitato e, pertanto, la sua gestione ottimale prevede che esso non possa essere sovradimensionato, altrimenti implicherebbe costi crescenti e tali da rendere sempre più bassi i margini ottenuti dalla vendita degli articoli. Si pensi ai costi legati alla locazione di un immobile adibito a deposito o a quelli per il suo mantenimento e di gestione. Inoltre, se un articolo rimane per troppo tempo invenduto, evidentemente gli ordini ad esso relativi sono stati eccessivi e necessitano di essere ricalibrati.
Del resto, se esiste uno spazio fisico disponibile, non sarebbe nemmeno ottimale registrare un tempo medio di giacenza eccessivamente basso, perché ciò segnalerebbe ordini troppo bassi e che, pertanto, vengono effettuati con una certa frequenza. Meglio sarebbe non rischiare di restare privi di un prodotto richiesto sul mercato, aumentando le dimensioni dell’ordine unitario.
Per il momento abbiamo spiegato in maniera abbastanza semplice il concetto di indice di rotazione, il quale nel concreto presenta qualche grado maggiore di difficoltà. Ai fini del calcolo, infatti, l’azienda deve anche decidere se supporre che ad essere venduto, ad uscire dal magazzino, sia stato l’articolo entrato per primo in magazzino o per ultimo. Nel primo caso, utilizzerebbe il metodo FIFO, First In First Out, nel secondo il metodo LIFO, Last In Last Out. In genere, la scelta dell’uno o dell’altro deriva da motivazioni di natura contabile, ovvero tendente ad apprezzare o deprezzare il valore delle rimanenze di magazzino.Un’altra difficoltà risiede nel fatto che, come abbiamo visto, l’indice di rotazione è una media e in quanto tale non è in grado di fornire l’esatta situazione del magazzino lungo l’intero periodo studiato. Le aziende sanno benissimo, infatti, che quasi tutti i beni vengono venduti in maniera non costante nell’arco dell’anno, ma con picchi stagionali. Si pensi a una società che produce costumi da mare. Risulta essere evidente che li venderà per la maggioranza a ridosso dell’estate, mentre pochissimi di tali articoli saranno venduti a dicembre. Di conseguenza, una gestione ottimale del magazzino dovrebbe tenere in considerazione l’indice di rotazione per periodi di tempo più ristretti, come potrebbe essere il trimestre. Nonostante questo, l’indice di rotazione nell’anno ci segnala un trend, ovvero quante volte un articolo tende ad uscire dal magazzino, anche se probabilmente con frequenza assai più accentuata in uno o più mesi dell’anno.
L’azienda deve, in ogni caso, controllare questo indice per evitare che il magazzino risulti eccessivamente pieno di merce invenduta o che lo sia troppo poco, nel quale caso gli ordini sarebbero sottodimensionati e si corre il rischio di rimanere privi di articoli, ovvero di non essere in grado di soddisfare la domanda.