In questa guida spieghiamo cosa significa forward rate agreement.
Vediamo cosa può fare il direttore finanziario di una società che tra un mese dovrà chiedere un prestito a tasso variabile, se vuole limitare i rischi di fluttuazione dei saggi di interesse. Può comprare un forward rate agreement (Fra).
Questo tipo di contratto ha contenuto identico al future: consente infatti alle parti di scambiare a una data futura una determinata quantità di beni o attività finanziarie, a un prezzo prefissato, detto prezzo forward. Pertanto, come il future, così anche il contratto forward svolge la funzione di bloccare in anticipo il prezzo di una transazione futura.
Differenza essenziale tra i due contratti è che, mentre il future è standardizzato, il forward invece può essere costruito su misura per le esigenze del cliente, in particolare in relazione alle quantità e modalità di consegna dell’attività sottostante.
Proprio per questo carattere “personale”, il forward non viene negoziato in Borsa, ma viene stipulato sotto forma di specifico contratto con una banca, la quale accetta di essere diretta controparte del cliente.
Oggetto di scambio del forward rate agreement è il tasso di interesse. Poiché questo alla scadenza del contratto non può essere consegnato da chi vende, l’esecuzione del forward prevede che le parti si liquidino una somma di denaro, pari alla differenza fra il tasso di interesse di mercato prevalente a una stabilita data futura e il tasso di interesse forward, moltiplicata per un determinato ammontare. A pagare sarà il venditore del forward, quando tale differenza è positiva, mentre toccherà all’acquirente, se è negativa.
In questo modo, chi per esempio sa che dovrà stipulare un mutuo, il cui tasso di interesse vari in funzione del Libor, il tasso interbancario sulla piazza di Londra, potrà limitare i rischi di un suo aumento, comprando un forward che ricalchi il mutuo da contrarre, specialmente per quanto riguarda la durata, il tasso di interesse preso a riferimento e il capitale.
Una tale operazione consente di fissare in anticipo il tasso di interesse che verrà effettivamente pagato sul prestito. Se infatti il Libor aumenta, la banca pagherà all’impresa un ammontare tanto più consistente, quanto più alto è il livello raggiunto da questo tasso; e ciò consentirà all’impresa di diminuire il più elevato servizio del debito del mutuo. Il contrario si verificherà se il Libor dovesse scendere: l’impresa pagherà alla banca la differenza fra tasso effettivamente pagato sul mutuo e più elevato tasso forward, traendola dai risparmi in conto interesse che la discesa del Libor le ha permesso di conseguire. In ogni caso, indipendentemente dal livello che raggiungerà il Libor, l’impresa pagherà una somma fissa a titolo di interesse sul prestito. Con la stipulazione di forward rate agreement, in altre parole, l’impresa riesce a trasformare un prestito a tasso variabile in uno a reddito fisso, eliminando così i rischi di un aumento dei tassi di interesse.