La contabilità generale è quella tecnica di contabilità che consiste nella registrazione monetaria delle
vicende dell’azienda, dell’ente finalizzata ad esternare la situazione finanziaria per obblighi di legge o per altre esigenze.
La contabilità analitica è quella tecnica di contabilità che consiste nella valutazione economica delle vicende dell’Azienda, dell’Ente finalizzata alla conoscenza per usi interni del proprio andamento economico.
L’esternazione finanziaria della contabilità generale viene sostanziata con la messa a punto dei bilanci, sia preventivi che consuntivi.
La conoscenza economica della contabilità analitica viene realizzata mediante valutazione dei costi dei prodotti e dei relativi confronti con i ricavi.
La contabilità generale è disciplinata. parzialmente per legge nelle imprese ed aziende private (artt. 2423, 2424, 2425 bis del codice civile), totalmente per legge per gli enti Statali (contabilità di stato).
La contabilità analitica è caratterizzata da arbitrarietà, ognuno si confeziona la metodologia di valutazione economica della propria azienda.
La contabilità generale registra i costi nei momenti in cui questi si verificano, per esempio l’acquisto di materie prime viene registrato al momento del pagamento della relativa fattura, La contabilità analitica registra i costi dei fattori al momento della loro utilizzazione, per esempio le materie prime vengono contabilizzate al momento in cui queste vengono utilizzate..
La contabilità generale registra i costi, indipendentemente dall’utilizzazione.
La contabilità analitica “vede” i costi in funzione della loro imputazione ai prodotti.
La contabilità generale valuta, in termini monetari, i profitti e le perdite; quella analitica valuta, in termini economici—monetari, il rapporto tra costi e ricavi. `
La contabilità generale è attuata da tutte le imprese. aziende, Amministrazioni dello Stato, Enti pubblici ecc. ecc.; quella analitica solo dalle imprese industriali, sia pubbliche sia private. Quando qualche impresa di servizi (come ad es. un’azienda di trasporti, di telefoni) o qualche ente pubblico affermano di avere anche una contabilità analitica non fanno altro che mettersi un inutile (e forse pericoloso) fiore all’occhiello.
Oggettivamente la contabilità analitica, così come viene prevalentemente attuata e teorizzata, non può essere realizzata nelle attività amministrative e nei servizi. Non si conoscono infatti concettualizzazioni di esperienze valide di contabilità “industriale” applicate a settori non industriali.
Le imputazioni dei costi ad uffici, il calcolo episodico e quasi sempre scorretto del costo di qualche servizio non costituiscono certo attuazione della contabilità analitica che deve essere sistemica, periodicizzare (minimo con riferimento annuale) e totale (riguardare tutte le attività e tutti i prodotti dell’Azienda, dell’Ente).
Ma se da un lato contabilità generale e contabilità analitica sono funzionalmente molto diverse, da un punto di vista strutturale non solo
le differenze si attenuano, ma risulta addirittura possibile e spesso utile il loro collegamento.
Si ha un sistema unico che contiene sia le rilevazioni finanziarie sia quelle economiche-analitiche; in questo caso si ha la contabilità integrata.
All’opposto si ha il sistema duplice contabile, con separazione netta tra le due contabilità.
In mezzo vi è il sistema duplice misto, con collegamenti statistici tra le due contabilità.
Sui rapporti tra contabilità analitica e contabilità generale potrebbero farsi tante altre considerazioni. Per ora sono sufficienti quelle sinteticamente riportate.